In Italia l’edilizia sociale stenta ancora a decollare, ma non mancano esempi positivi come Casa+ a Taranto
Il social housing mira a realizzare alloggi di edilizia residenziale per coloro che incontrano difficoltà nel trovare casa alle condizioni di mercato. I principali beneficiari di tale iniziativa, infatti, sono nuclei familiari a basso reddito, giovani coppie, anziani in condizioni economiche svantaggiate, studenti fuori sede e immigrati. In Italia una buona fetta di popolazione.
Il report The State of Housing in the EU 2019, pubblicato da Housing Europe Observatory, aveva già sottolineato il disagio della popolazione italiana ad accedere a un alloggio con affitto calmierato. Infatti, il tasso di deprivazione abitativa risultava pari all’11% circa, contro la media europea del 5,6%.
Anche In/Arch ha sottolineato l’urgenza di elaborare un piano di investimenti per far fronte al problema. L’Istituto nazionale di Urbanistica, infatti, ha evidenziato che in Italia solo il 3,5% delle famiglie può godere di un alloggio sociale e che l’offerta pubblica di casa economiche si è ridotta del 90%.
Dal 2019 ad oggi la situazione non appare tanto diversa: l’Italia registra ancora una domanda inevasa di almeno 650.000 alloggi e persiste il problema del caro affitti. Per far fronte alla questione, il Piano Casa 2025 prevede di riscattare i programmi abitativi pubblici e sociali, anche recuperando il patrimonio immobiliare esistente.
Cosa si intende per social housing
La definizione normativa di edilizia sociale va ricercata nel D.M. 22 aprile 2008, che indica l’alloggio sociale come un elemento essenziale del sistema di edilizia residenziale sociale, costituito dall’insieme dei servizi abitativi finalizzati al soddisfacimento delle esigenze primarie. Unità immobiliari che devono essere affittate a persone che ne hanno diritto tramite un contratto di locazione di 4+4 anni e un canone che non superi il 30% del reddito.
L’articolo 11 del Decreto Legge 112/08, il Piano Casa, è rivolto all’incremento del patrimonio immobiliare per uso abitativo attraverso l’offerta di alloggi di edilizia residenziale. Questi dovranno essere realizzati rispettando i criteri di efficienza energetica e riduzione delle emissioni inquinanti, coinvolgendo capitali pubblici e privati.
Il social housing rappresenta, inoltre, un’opportunità per l’economia in generale e per il settore immobiliare in particolare. Nasce per svolgere una funzione di interesse generale e comporta diversi vantaggi per la comunità:
- riduce la disuguaglianza abitativa;
- combatte l’esclusione sociale e sostiene il mix sociale;
- persegue l’efficienza produttiva e contribuisce al risparmio energetico;
- risponde di un’offerta flessibile, capace di rispondere rapidamente agli aumenti della domanda.
Gli interventi di social housing migliorano le condizioni e lo status abitativo di chi vive in queste unità immobiliari, ma non solo: proprio come Smart Cities e Smart Villages, gli alloggi social permettono di ristrutturare immobili fatiscenti o energeticamente inadeguati, e favorire al tempo stesso il recupero delle periferie e la socializzazione.
Il progetto Casa+
Nel corso degli anni diverse città italiane hanno predisposto fondi e programmi per sostenere la costruzione e la manutenzione di alloggi sociali: Milano, pioniera nel 2004 con la Fondazione Housing Sociale, poi Bologna, Udine e Firenze.
Con Casa+ l’iniziativa si sposta adesso a Taranto, precisamente nell’Isola Vecchia, per salvare il borgo storico del suo attuale stato di degrado fisico, edilizio e sociale, ripopolarlo e portarlo al precedente splendore.
Il progetto, ideato da KCity Rigenerazione Urbana, è stato eletto vincitore al Premio Urbanistica 2020 nella sezione “Nuova modalità dell’abitare e del produrre”. Casa+ prevede l’avvio di un’operazione di partenariato pubblico privato che conta su un primo investimento pubblico di 20 milioni di euro e dovrà essere integrato da successivi investimenti privati.
Non una semplice residenza, ma proprio una casa potenziata: la struttura individua una superficie pari a 20.000 mq, in posizione centrale all’interno dell’Isola Vecchia, impiegata per costruire 150 alloggi destinati a 450 residenti.
L’intervento include anche la realizzazione di 18.000 mq aggiuntivi e 3.000 mq di spazi adibiti a nuovi servizi, pensati per rilanciare la città dal punto di vista culturale, turistico ed esperienziale. A ciò si aggiungono poi gli ambienti condivisi, dedicati al lavoro smart e allo studio, e gli spazi aperti rivolti al pubblico.
L’obiettivo dell’operazione è quello di creare una domanda attraverso un’offerta specifica di ambienti rivolti in primo luogo ai giovani e agli studenti. Solo così sarà possibile sviluppare una nuova comunità di residenti che sia parte attiva nel processo di recupero.