Uno serve da base per la pavimentazione, l’altro svolge diverse funzioni come favorire l’isolamento termico. Le differenze ci sono: vediamo in cosa consistono
Anche se a volte i due termini vengono usati in modo equivalente, massetto e sottofondo non sono la stessa cosa. È vero che servono entrambi per realizzare un solaio, ma si tratta di elementi diversi con funzioni specifiche.
Il massetto è lo strato su cui viene posata la pavimentazione, quindi la base su cui camminiamo. Il sottofondo, invece, si trova tra il massetto e il solaio e ricopre gli impianti elettrico e idrico.
Le specifiche del massetto e del sottofondo dipendono dalle caratteristiche strutturali del solaio. Quando questi due elementi sono sovrapposti si parla di sottofondo bistrato, quando invece si fondono in un’unica struttura si tratta di un monostrato.
Indice
Lo strato superiore: il massetto
Uno dei compiti del massetto è quello di creare una superficie piana e stabile per la posa del pavimento definitivo. In generale, quando si interviene su un edificio esistente, capita più spesso che venga consigliato di demolire e ripristinare il massetto invece del sottofondo, che viene lasciato inalterato.
La caratteristica principale del massetto è lo spessore, da cui dipende l’efficienza stessa del massetto. Lo spessore gioca un ruolo fondamentale sulla resistenza e sul peso: un buon massetto, infatti, deve essere abbastanza robusto da sostenere la pavimentazione sottostante e anche abbastanza leggero da non gravare troppo sul sottofondo. Solitamente il massetto ha uno spessore compreso tra 4 cm e 8 cm.
Un’altra caratteristica importante è il tempo di solidificazione. Va da sé che più un massetto è spesso, più tempo impiegherà a solidificarsi. Tuttavia, sul mercato si trovano anche soluzioni a rapida asciugatura. Una di queste è Tradimass Dry, la nostra malta premiscelata per la preparazione di massetti pedonabili dopo 12 ore.
Composizione e tipi di massetto
Il massetto è composto da una miscela di cemento, sabbia e acqua. A questi è possibile aggiungere degli additivi per migliorare alcune proprietà specifiche, come l’elasticità, la resistenza all’acqua o la capacità di isolamento termico e acustico.
In commercio se ne trovano diverse tipologie, ma tutte sono accomunate dalle stesse caratteristiche. Il massetto “ideale” è quello che, una volta solido, risulta liscio, planare, senza crepe, compatto, dimensionalmente stabile e meccanicamente resistente.
I tipi di massetto più comuni sono:
- tradizionale: è realizzato direttamente in cantiere con sabbia, cemento e acqua;
- a secco: garantisce le stesse prestazioni dei massetti tradizionali, ma con un consumo energetico più basso;
- a base naturale: è composto da calce naturale quasi totalmente pura ed è il migliore per la ristrutturazione di edifici storici;
- autolivellante: è prodotto con cemento, sabbia e additivi chimici e se mescolato con l’acqua diventa molto fluido e facilmente livellabile. Level, ad esempio, è una malta premiscelata per massetti composta da leganti idraulici resistenti ai solfati che mantengono inalterata la capacità di compensare il ritiro igrometrico;
- in argilla espansa: si usa per garantire alte prestazioni acustiche e termiche ed è premiscelato, quindi realizzato fuori dall’ambiente lavorativo per ottimizzare i processi di produzione.
Classificazione in base alla tipologia costruttiva
Il massetto deve essere progettato secondo la pavimentazione da realizzare, agli impianti che dovranno essere installati e alle diverse esigenze strutturali. A seconda della posa in opera, i massetti si distinguono in:
- desolidarizzati o non aderenti: sono quelli realizzati interponendo, tra il massetto stesso e il sottofondo, un sottile strato separatore. Sui risvolti verticali e lungo tutto il perimetro delle pareti è posata una fascia di materiale comprimibile. Se posato opportunamente, lo strato separatore può impedire la risalita di umidità dal sottofondo;
- aderenti: nella posa il massetto aderisce direttamente alla soletta, l’elemento sottostante che costituisce il solaio di interpiano. Si esegue quando si hanno spessori limitati (inferiori a 3,5 – 4 cm) che impediscono di realizzare il massetto desolidarizzato. Questa tipologia è indicata per piastrelle ceramiche, parquet, pavimentazioni in legno e rivestimenti resinosi e resilienti;
- galleggianti: sono posati su uno strato di isolamento termico e/o acustico, completamente separati da altri elementi dell’edificio come pareti e strutture in elevazione. In questo caso lo spessore del massetto dipende dalla comprimibilità degli altri strati sottostanti;
- radianti: sono simili ai massetti galleggianti, ma incorporano nello spessore degli elementi riscaldanti/raffrescanti (come tubazioni in materiale plastico o serpentine elettriche). Includono una striscia perimetrale comprimibile, che permette al massetto di dilatarsi, e uno strato separatore che funge da freno al vapore. Tradimass 2.0, per esempio, è una malta premiscelata per la preparazione di massetti radianti e permette di accogliere la posa delle piastrelle dopo solo 24 ore.
Lo strato inferiore: il sottofondo
Il sottofondo è lo strato (o l’insieme di strati) posto tra la struttura grezza dell’edificio e il massetto. Non ha una funzione strutturale, ma serve a livellare il solaio, a favorire l’isolamento termico e ospitare eventuali elementi impiantistici. Inoltre ha il compito di distribuire uniformemente il carico della sovrastruttura per garantire stabilità e durabilità.
Il sottofondo può servire anche a migliorare l’isolamento acustico, riducendo il rumore tra i piani di un edificio. In più, se ben progettato, aiuta a prevenire l’umidità di risalita e protegge il massetto e il pavimento finale da danni legati all’umidità. Un sottofondo ottimale è costituito da materiali leggeri e isolanti, evitando i conduttori di calore. In questo modo permette rapidità di realizzazione, asciugatura veloce e uno spessore più ridotto.
Anche il sottofondo ha uno spessore variabile. In caso di riscaldamento tradizionale non a pavimento, per garantire uno spazio sufficiente alle tubazioni, il sottofondo deve avere uno spessore di circa 7 cm; si considera, infatti, che tra il solaio e il pavimento ci sia uno spazio di almeno 12 cm.
I sottofondi più comuni
Il sottofondo si presenta come un prodotto fluido premiscelato, a base cementizia o composto con l’argilla, e può contenere anche dell’isolante. Tra le diverse tipologie ricordiamo quelli:
- in sabbia e cemento: è utilizzato per raggiungere rapidamente la quota di progetto e procedere alla posa del pavimento vero e proprio;
- autolivellanti: permette una distribuzione più equa e il livello alla quota desiderata;
- isolanti: progettato per migliorare l’isolamento termico e acustico dell’edificio;
- alleggeriti: è realizzato in cemento cellulare ed è indicato per quei pavimenti nei quali verrà inserito il sistema di riscaldamento. Esistono varianti di sottofondo alleggerito con l’aggiunta di diversi materiali, come sughero, polistirolo o perlite;
- industriali: a base di calcestruzzo e si usa per i pavimenti dei capannoni industriali e dei piazzali;
- a secco: è prodotto senza leganti o acqua ed è realizzato in differenti materiali, tra cui lastre di ripartizione di carico. Molto utilizzato nelle case prefabbricate in legno, ma anche per la ristrutturazione di edifici storici.
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Fonti:
- Infobuild, “Massetto e sottofondo, a cosa servono e come sceglierli”;
- EdilPortale, “Massetto, quale scegliere?” di Rosa di Gregorio;
- Ingenio, “Tipologie e classificazione dei Massetti” di Massimo Bocciolini.
- Fratelli Pellizzari, “Il sottofondo nei pavimenti”;
- EdilPortale, “Sottofondo o alleggerito, cos’è e come interagisce con il massetto?” di Rosa di Gregorio.