Bando Periferie: “lo stop dei fondi danneggia 20 milioni di cittadini”. La denuncia dell’Anci

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L’accusa del presidente dell’Anci Decaro: il blocco del Bando Periferie avrà un impatto economico devastante

Il blocco di due anni del Bando Periferie annunciato ad agosto ha sollevato non poche polemiche.

Prima fra tutte quella presentata dal presidente dell’Anci, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani, Antonio Decaro che il 7 settembre ha scritto al Premier Conte richiedendo la revisione del Decreto Milleproroghe.

Per Decaro “la decisione di fermare i finanziamenti statali avrà un impatto devastante”. Si parla, infatti, di un importo complessivo di 1,6 miliardi di euro solo di opere in fase di avvio o esecuzione.

Della seconda trance del piano di riqualificazione delle periferie urbane avrebbero usufruito 96 Comuni e 9 Città metropolitane1625 interventi totali in un’area complessiva abitata da quasi 20 milioni di persone. 

L’Anci ha esaminato lo stato di avanzamento dei progetti di 39 amministrazioni locali: si parla di impegni contrattualizzati per più di 42 milioni di euro.

Molti dei Comuni che hanno aderito sono già in fase avanzata nell’attuazione dell’opera di riqualificazione prevista dal bando periferie.

Molti di loro, infatti, hanno già sostenuto spese amministrative e oneri gestionali nell’ambito di questo progetto.

Fermare i finanziamenti previsti dal bando periferie è illegittimo e irragionevole

La condizione delle periferie dovrebbe essere al centro delle politiche sociali, ambientali, energetiche, sulla sicurezza e per lo sviluppo economico. Al loro recupero dovrebbe essere data massima priorità. È un obiettivo di interesse collettivo.

Fermare i finanziamenti per Decaro è un vero e proprio “furto con destrezza” attuato tramite un emendamento notturno senza alcuna concertazione.

È un’azione illegittima sotto il profilo formale e irragionevole sotto quello sostanziale.

È illegittimo perché viola un atto convenzionale tra la presidenza del Consiglio dei ministri e il sindaco beneficiario. In questo caso, infatti, il rapporto in corso viene sospeso unilateralmente e senza alcuna motivazione.

In assenza di abolizione o modifica dell’emendamento i sindaci sono quindi pronti a far valere in sede erariale i diversi profili di illegittimità della norma.

I sindaci attendono spiegazioni dal Governo in assenza delle quali non escludono la possibilità di una mobilitazione collettiva

Anci, Ance, Fondazione RIUSO, Audis e Legambiente  chiedono al Parlamento di liberare le risorse già approvate e impegnate.

“C’è bisogno di progetti innovativi e compatibili con l’ambiente, con selezioni più rapide che premino la qualità e favoriscano quei progetti capaci di incidere in modo efficace sul tessuto urbano delle zone periferiche”.

Il Governo deve impegnarsi non solo a livello economico ma anche “fattivo”. Deve risolvere le inefficienze burocratiche per avviare un percorso virtuoso che rigeneri le periferie facendole esempi di efficienza per tutta la città.

In questa direzione tutte le associazioni di categoria si dichiarano disponibili a collaborare su un piano che sia strategico per il futuro delle nostre città, dei cittadini e del Paese.

 

 

 

 

 

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