Carmelo Sapienza

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Carmelo Sapienza, 50 anni, ingegnere, vive e lavora a Catania, la sua formazione però si è realizzata tra l’Italia e l’estero. Oggi è progettista e consulente certificato CasaClima e PassivHaus Trainer. Di recente ha realizzato insieme all’architetta Pina Giovanna Capace la prima CasaClima siciliana.

C’è un luogo più di altri che consideri ideale per la realizzazione della tua professione? Quale e perché?
Il Mediterraneo. È stato la culla della civiltà europea. Oggi può ri-diventare il baricentro del rinascimento anche professionale di ingegneri e architetti. Bisogna lasciare dietro la professione “as usual” e cambiare paradigma culturale prima e approccio alla professione dopo.
La crisi attuale è una crisi di modello economico ed industriale così come lo conosciamo. Gli ingegneri ed gli architetti quali drivers della nostra società devono farsi carico della responsabilità sociale di implemntare un cosidetto “Bpr”, Business Process Reingeneering, che sposti l’attuale regime energetico verticale e concentrato “petrolio”, per migrare verso un modello orizzontale e distribuito che si declina attraverso la realizzazione delle smart cities & comunities, interconnesse energeticamente, ove trovano posto gli edifici ad energia positiva e lo storage, l’internet of things, zero waste, km zero; insomma limitare l’impatto antropico ed entropico.
Il mediterraneo ha tutte le condizioni a contorno per poter sviluppare e realizzare tale trasformazione lasciando al passato il classismo e coorporativismo professionale.

Quanto conta lo sguardo del cliente nelle tue progettazioni? Che tipo di relazione si instaura tra voi?
Il cliente non è solo colui che paga, ma è un tuo simile a cui deve cucire un vestito su misura guidandolo nella creazione di quell’immagine del puzzle progettual, all’inizio confusa e smarrita in centinaia di tasselli; curando e valorizzando i difetti, ma fin qui nulla di nuovo. Il cliente deve essere accompagnato verso il nuovo paradigma energetico sociale di cui il suo progetto è parte integrante. A quel punto la relazione si consolida vero un rapporto amichevole se non di amicizia, o si interrompe, è tempo di assertività.
Questo è il ruolo sociale del professionista, non fatturato a tutti i costi.

Quali sono gli ingredienti essenziali per la buona riuscita di un progetto?
Passione, conoscenza, esperienza, creatività, umiltà e valore sociale. Il valore commerciale deve diventare un surrogato, certamente importante, ma conseguente.

Quali sono i materiali “tradizionali” che secondo te hanno più potenzialità guardando al futuro, mi riferisco all’ambito del benessere abitativo e della salubrità degli ambienti in genere?
I nostri antenati hanno imparato a costruirsi il benessere e la salubrità abitativa attraverso sistemi passivi a Km zero. I materiali “tradizionali” si trovano quindi dove noi viviamo. L’ubricatura attuale deve rientrare verso un riutilizzo dell’esperienza tecnica costruttiva locale, valorizzando l’industria e l’artigianato a Km zero ed utilizzando le tecnologie “moderne” in sinergia o quasi subordinazione dei primi.

Tra i tuoi progetti spicca sicuramente la prima CasaClima siciliana. Un’abitazione unifamiliare realizzata secondo i protocolli CasaClima Gold e Passivhaus a Mascalucia.
Come si coniugano tradizione e innovazione in questo progetto?

Il principio progettuale è stato proprio coniugare tradizione e innovazione.
L’architettura si è decisamente ispirata alle geometrie e funzionalità degli edifici rurali siculo-arabi, con una rilettura in chiave moderno-minimalista.
L’applicazione dei principi progettuali di Casaclima Gold e Passivhaus hanno reso possibile il traguardo della massima efficienza energetica, che insieme al recupero e riuso delle acque piovane e grigie, o l’intelligente impiego dei materiali di costruzione, con l’uso accorto delle energie rinnovabili, hanno esteso l’efficienza energetica fino al minimo entropico, ovvero all’applicazione del concetto dell’efficienza “termodinamica”, chiave del nuovo paradigma energetico.

 

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Progettazioni di questo tipo hanno anche ricadute positive sul piano della sensibilizzazione della cittadinanza?
Sicuramente sì, anche se singoli progetti richiano di diventare isolati come una cattedrale nel deserto. Per i cittadini, ma anche per gli addetti ai lavori, è articolato capirne il significato culturale ed avvicinarsi al nuovo approccio progettuale e costruttivo degli edifici. Per tale motivo mi sforzo nel far rientrare nella “normalità” delle cose anche i due edifici in costruzione a Lentini (SR) e Sant’Agata Li Battiati (CT) per committenti “normali” che hanno capito il nuovo indirizzo. Per lo stesso sforzo ecomico si trova la sovranità energetica degli edifici attivi ed un benessere ambientale e abitativo senza paragoni, vi è solo maggior sforzo mentale, ma credo che quello non costi tanto, anche se il più difficile a realizzarsi.

Pensi che la Sicilia e l’Italia siano pronte a reimmaginare lo spazio secondo criteri veramente ecologici e all’insegna del risparmio energetico?
Devono! L’Italia e la Sicilia non hanno alternative. Dei passi avanti si stanno facendo anche se troppo lenti per un Paese, come il nostro, vezzo a creatività ed inventiva. Il rischio è che si insegua l’efficienza energetica come mero strumento per riprenderci i fatturati perduti e ridurre i costi e ridurre i costi energetici del Paese Italia, utili ma non sufficienti.
Oggi abbiamo bisogno di una visione, di un “piano industriale”, che faccia fare il salto di creatività ed innovazione di cui abbiamo bisogno. Gli ingegneri ed architetti italiani devono riscoprire i geni fondanti del Dna italiano per “progettare e quindi costruire” il futuro, piuttosto che inseguirlo. Coraggio!

LOGOSapienzaePartners HD

 

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