Convertitore o passivante? Differenze a confronto

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Le opere realizzate in antichità dai Romani confermano che le malte utilizzate presentavano una durabilità millenaria. Queste stesse opere sono giunte a noi in condizioni perfette, nonostante fossero esposte a condizioni ambientali aggressive.

Evidentemente tali malte, a base di calce, pozzolana e inerti, non erano poi così differenti dal calcestruzzo utilizzato nell’epoca moderna.

Teoricamente, in condizioni di lavoro ottimali ovvero in assenza di ambienti acidi o di ambienti aggressivi, la durabilità del calcestruzzo moderno potrebbe essere davvero elevata. 

Discorso diverso nel caso del calcestruzzo armato dove la corrosione delle armature, realizzate in acciaio al carbonio, diventa un fattore determinate.

Le armature in soluzioni alcaline aerate con pH>11 sono protette da un film di ossido (condizione di passivazione) che limita i fenomeni corrosivi.
Queste condizioni di lavoro ottimali possono cambiare a seguito di diversi fattori come ad esempio:

  • Carbonatazione, che porta un abbassamento del pH e la conseguente distruzione del film di ossido;
  • Attacco dei cloruri, fenomeno di attacco corrosivo localizzato;
  • Presenza di correnti disperse, che possono depassivare le armature.

L’ossido che si forma durante il processo corrosivo provoca un aumento di volume correlato da un aumento dello stato tensionale che porta nel tempo alla fessurazione del copriferro.

Intervento

La normativa sul ripristino (UNI EN 1504-7) prevede di rimuovere il calcestruzzo ammalorato fino a scoprire totalmente l’armatura in acciaio.

Una volta individuate le zone di corrosione è opportuno trattarle con specifici prodotti presenti nel mercato. Spesso nella pratica si crea confusione tra due prodotti apparentemente simili ma che in realtà non lo sono proprio; infatti, esiste una sostanziale differenza tra il convertitore e il passivante.

Il convertitore è un prodotto che trasforma la ruggine in un composto stabile ma che non ripristina le condizioni di lavoro ottimali ovvero non passiva le armature. Invece, il passivamente se passato in maniera corretta riporta i ferri di armatura in condizioni di lavoro ottimali, creando una nuova barriera chimica che limita i processi corrosivi.

Trattamento Ferro

Il Trattamento Ferro Tradimalt è un protettivo antiossidante a base di resine stirolo acriliche ad alta resistenza addizionate a cariche di sabbie silicee.

Il prodotto, oltre a creare una barriera chimico-fisica alla penetrazione di umidità ed agenti aggressivi, è un promotore di adesione per l’ancoraggio delle malte da ripristino utilizzate negli interventi di recupero del calcestruzzo ammalorato.

Per un corretta applicazione, si consiglia di spazzolare o sabbiare i ferri per favorire l’adesione del protettivo. Per migliorare la lavorabilità è consigliato una diluizione con acqua fino a un massimo del 5%.

Un trattamento di protezione efficace prevede di applicare due strati protettivi intervallati da una fase di asciugatura che varia in base alla temperatura dell’ambiente circostante.

 

Giuseppe Gulli, ingegnere del laboratorio Ricerca e Sviluppo di Tradimalt, risponde alle domande in tema di applicazioni ed usi dei prodotti delle varie linee.

Per porre domande ai nostri tecnici è sufficiente inviare un’email a tecnica@tradimalt.com. I quesiti più interessanti verranno selezionati e pubblicati in questa rubrica.

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