Eva Grillo

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Eva Grillo, 36 anni, vive e lavora a Catania. Formazione accademica presso l’Università degli studi Mediterranea di Reggio Calabria e l’Escuela Técnica Superior de Arquitectura di Granada. Dopo la laurea nel 2004 si trasferisce a Lisbona dove inizia la formazione professionale. Nel 2008, di ritorno a Catania, fonda Indice Creativo, studio di architettura che affianca alla progettazione architettonica iniziative legate alla creatività, alla cultura e all’arte. Tra i progetti recenti per la diffusione dell’architettura e dell’arte contemporanea ho curato in qualità di membro del comitato scientifico le due edizioni 2010 e 2011 di Intersections. International Workshop of Architecture and Urban Design e il ciclo di conferenze interdisciplinari dal titolo Addomesticare l’intorno. Abitare il mondo. Collabora con istituzioni quali la Fondazione dell’Ordine degli Architetti della provincia di Catania e l’accademia ABADIR di Catania.
In occasione del “Premio Giovane talento dell’architettura italiana 2013” è stata selezionata con il progetto Casa EC per la pubblicazione della prima edizione dei “Quaderni della Giovane Architettura italiana”, edita dal Consiglio Nazionale degli Architetti e dal Maxxi.

Che cosa significa vivere questa professione a Catania? In generale pensi che la Sicilia sia il posto giusto per il lavoro di un giovane architetto come te?
La professione dell’architetto è complessa a qualsiasi latitudine; il paese Italia continua a non investire sul valore sociale dell’architettura e pertanto dove meno si investe in cultura, nel sociale e nel pubblico minore è la considerazione che la società ha per il mestiere dell’architetto. Oggi, manifestazioni come il “Premio Giovane talento dell’architettura italiana 2013” indetto dal Consiglio Nazionale degli Architetti, possono costituire un valido contributo per la divulgazione e valorizzazione della cultura architettonica nel nostro Paese, nel tentativo di uscire dalle dinamiche autoreferenziali dell’ultimo ventennio.
In ogni caso è la professione che continuerò a svolgere ogni giorno a qualsiasi latitudine.

Qual è il progetto della tua carriera di cui sei, al momento, più soddisfatta?
Il rapporto con il committente è sempre un aspetto importante e complesso del fare architettura e influisce in maniera determinante sulla qualità finale della realizzazione. Casa EC rappresenta una grande esperienza umana e professionale che è stato possibile realizzare grazie alla presenza di un committente d’eccezione, un artista, che mi ha chiesto di progettare e realizzare la sua casa dove trascorrere brevi periodi dell’anno per leggere, meditare e guardare l’orizzonte. La sua partecipazione al progetto e la sua profonda conoscenza di alcuni materiali ha reso il dettaglio nel disegno vivo ancor prima di prendere forma in cantiere. Questo piacere è stato da me condiviso con le persone che hanno collaborato alla realizzazione di questo progetto.

2-Indice Creativo_1 casa EC

In cosa è differente lo sguardo di un giovane architetto da quello dei suoi maestri?
Il fondamento della relazione tra il maestro e il giovane allievo si trova nella condivisione dell’impegno a collaborare per il raggiungimento di un fine. L’arte del maestro consiste nell’aiutare il discepolo a partorire le proprie idee e non nell’insegnamento della propria conoscenza per accrescere il proprio prestigio in una dimensione autoreferenziale.
Ritengo che per i giovani laureati sia di fondamentale importanza intraprendere un lungo percorso di formazione per creare e consolidare il lungo processo di progettazione ed imparare ad utilizzarlo con fini etici e sociali. Oggi la nostra cultura architettonica è in piena crisi anche per la quasi completa assenza di “maestri” intesi come autori riconosciuti dalla comunità capaci di produrre contenuti e di generare architettura valida al fine di restituire identità. Ecco cosa genera la differenza tra lo sguardo del giovane e del maestro; considero questo come un punto sostanziale affinché l’architettura italiana riemerga dall’attuale stato di marginalità culturale.

Hai un modello a cui fai riferimento? Ci indichi un architetto non più in vita e uno ancora in vita che ti piacciono particolarmente e perché?
I modelli viventi e non viventi appartengono alla mia memoria interna, costituiscono un riferimento che è composto da una sovrapposizione di strati diversi tra loro che influenzano il mio lavoro; l’esperienza diretta e il contesto contribuiscono a generare momenti di crescita e riflessione.

 

3-Indice Creativo_plastico

Quanto è importante l’attenzione per la cura dell’ambiente nel tuo lavoro di progettazione?
La progettazione di un manufatto è imprescindibile dal rapporto con l’ambiente circostante. L’architettura interviene in modo radicale sullo spazio; mi interessa ricercare il contrappunto tra lo spazio interno e quello esterno, identificarne la separazione e la continuità.

E come si sposa l’attenzione per l’ambiente con l’innovazione nei tuoi progetti?
La sfida verso l’innovazione può essere determinata dalla conoscenza diretta della tecnologia dei materiali da costruzione. In modo particolare mi riferisco agli elementi costruttivi presenti nella tradizione del territorio in cui si opera.

4-Indice Creativo_foto studio

Quali sono i materiali “tradizionali” che secondo te hanno più potenzialità guardando al futuro dell’architettura, mi riferisco all’ambito del benessere abitativo e della salubrità degli ambienti in genere?
La luce naturale è in assoluto il materiale con maggiori potenzialità, capace di creare la continuità tra passato, presente e futuro. La luce spesso costituisce quel contrappunto tra l’interno e l’esterno.
Lo stretto legame tra la fotografia e l’architettura è qualcosa che mi riguarda da molto vicino, la luce è l’elemento che da forma allo spazio, definisce la grana di un materiale e crea un dialogo tra il fotografo e l’architetto. Lo sguardo del fotografo ci permette di realizzare una nuova esperienza all’interno del progetto che abbiamo realizzato, tutti gli architetti dovrebbero ricercare questo momento a completamento del percorso costruttivo.

In fase di creazione/progettazione per te c’è una dicotomia tra estetica e funzionalità, o le cose camminano di pari passo?
L’arte contemporanea, così come l’architettura, interviene sullo spazio fisico (forma), sull’uso dello spazio dato (funzione) e sulla narrazione del luogo (storia). Alcuni artisti contemporanei nel corso di interventi site specific hanno apportato all’architettura importanti forme di stravolgimenti che hanno preso forma per mezzo della sottrazione,addizione, moltiplicazione…
Una buona architettura è il risultato del connubio tra valori estetici, etici e razionali.

5-Indice Creativo_2 casa EC

Quanto credi sia utile la collaborazione tra progettista e aziende produttrici nell’ambito dell’ottimizzazione dei materiali adatti a realizzare nuove costruzioni o ristrutturazioni di immobili a latitudini “critiche” come quelle siciliane?
Penso che la collaborazione con gli artigiani e le aziende sia uno degli aspetti fondamentali affinché il disegno di un dettaglio prenda forma e si trasformi da elemento astratto a gesto concreto; quando incontro il falegname, il fabbro, il marmista…nei loro laboratori percepisco l’essenza autentica del materiale e ricerco sempre l’antica conoscenza artigianale. Il mio è un impegno quotidiano al fine di alimentare una relazione basata sulla competenza e professionalità.

Foto courtesy Salvatore Gozzo (tutti i diritti riservati)

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