Nico Chiavetta

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Nico Chiavetta, 34 anni, lavora a Santa Flavia, Palermo, città in cui ha anche studiato, presso lo studio ChiavettaCuffaro. Non ha frequentato master o corsi di specializzazione, ma ha fatto tanta pratica sul campo presso studi affermati e tanto cantiere.
E’ possibile seguirlo su Facebook: ChiavettaCuffaro_Architecture

Cosa significa vivere questa professione a Palermo? In generale pensi che la Sicilia sia il posto giusto per il lavoro di un giovane architetto come te?
La Sicilia è una sfida ed una grossa opportunità, qui c’è tanto bisogno di architettura.

Qual è il progetto della tua carriera di cui sei, al momento, più soddisfatto?
Casa Violante a Cardillo; capita che il committente si fida della tua professionalità; ed allora ci metti tutto te stesso.

Foto Progetto 01 BlogTradimalt

In cosa è differente lo sguardo di un giovane architetto da quello dei suoi maestri?
La strada da qui giù si vede solo un po’ più ripida.

Hai un modello a cui fai riferimento? Ci indichi un architetto non più in vita e uno ancora in vita che ti piacciono particolarmente e perché?
L’architettura è un valore universale, i migliori riferimenti spesso sono solo delle idee, dei concetti che trovi qua e là, magari in un libro che quasi mai tratta di architettura.

Quanto è importante l’attenzione per la cura dell’ambiente nel tuo lavoro di progettazione?
Secondo i dati del primo Energy Efficiency Report, elaborati dal Politecnico di Milano nel novembre 2011, il comparto abitativo (sia residenziale che commerciale) assorbe ogni anno più del 35% dei consumi energetici del nostro Paese, impossibile progettare senza occuparsi di ciò che garantisce la nostra stessa sussistenza.

Foto Progetto 02 BlogTradimalt

E come si sposa l’attenzione per l’ambiente con l’innovazione nei tuoi progetti?
Cerco sempre di integrare sistemi in grado di ottimizzare i consumi in base alle reali necessità; l’involucro dell’edificio assume un ruolo chiave, una seconda pelle che svolge il duplice ruolo di riqualificare esteticamente ed energeticamente

Quali sono i materiali “tradizionali” che secondo te hanno più potenzialità guardando al futuro dell’architettura, mi riferisco all’ambito del benessere abitativo e della salubrità degli ambienti in genere?
Legno, pietra, forse anche la terra, insomma i soliti, quelli che si usano da millenni e che non hanno mai fatto male a nessuno, ai quali si aggiungono fibre naturali in grado di isolare a basso costo e a basso impatto ambientale; un sicuro sviluppo avranno i materiali prodotti dal processo di riciclo.

In fase di creazione/progettazione per te c’è una dicotomia tra estetica e funzionalità, o le cose camminano di pari passo?
Il senso di estetica è profondamente mutato, sono i concetti che esprimi quelli che se saputi raccontare, sono già belli di loro.

DCIM100GOPRO

Quanto credi sia utile la collaborazione tra progettista e aziende produttrici nell’ambito dell’ottimizzazione dei materiali adatti a realizzare nuove costruzioni o ristrutturazioni di immobili a latitudini “critiche” come quelle siciliane?
Le sinergie e le contaminazioni producono risultati spesso proficui ed interessanti, noi progettisti ci facciamo portavoce di bisogni della collettività, magari ipotizzando e fantasticando qualche possibilità, le imprese hanno il know how per poterle risolvere, l’ambiente ne trova un sicuro vantaggio.

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