Terremoto Abruzzo 2009, a che punto è la ricostruzione?

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Paese in Abruzzo
Foto di Lara Badioli da Pixabay

Sono passati 15 anni dal terremoto che ha scosso L’Aquila e il territorio abruzzese. Ad oggi la ricostruzione privata ha completato i lavori al 75%, quella pubblica al 50%

Il 6 aprile 2009, alle 03:32 del mattino, l’Abruzzo ha registrato da uno dei sismi più forti che si siano verificati in Italia nell’ultimo secolo. Il terremoto, con epicentro a L’Aquila, ha osservato una magnitudo di 5.9 della scala Richter, una magnitudo momento di 6.3 e una profondità pari a 8.8 chilometri.

Fuori dal capoluogo, il sisma ha interessato altri 56 Comuni. Le vittime sono state 309, i feriti più di 1.500, gli sfollati circa 65 mila. Ancora oggi, oltre 10 mila persone vivono nei Map (Moduli Abitativi Provvisori) o nelle Case (Complessi antisismici sostenibili ecocompatibili). Molte abitazioni sono state ricostruite, ma solo poche famiglie sono riuscite a rientrarvi. Come riporta Il Fatto Quotidiano, infatti, da circa un anno manca una ditta incaricata di completare i lavori per i sottoservizi e una parte delle case risulta inagibile.

I danni totali equivalgono a 13 miliardi di euro. Attualmente, mancano 5 anni per completare i lavori di ricostruzione dell’Aquila e 8 anni per i Comuni del Cratere.

Privato e pubblico: numeri alla mano

I lavori sul territorio abruzzese seguono due fronti principali: la ricostruzione privata, che conta su un procedimento semplificato per ottenere i fondi, e quella pubblica, che riguarda istituzioni come scuole, monumenti, teatri e chiese.

Il report di USRA sullo stato dei lavori, aggiornato a maggio 2023, tracciava per la ricostruzione privata il seguente quadro:

  • pratiche presentate: 29.830
  • pratiche concluse: 29.040
  • pratiche da istruire: 790

Secondo i dati pubblicati dall’Ansa, a L’Aquila la ricostruzione privata (intesa come riconsegna delle case) è arrivata al 75%, con una stima di 2 anni per finire gli interventi. L’assegnazione dei contributi, invece, è all’86% e si stimano 3 o 4 anni per l’erogazione dei fondi.

Il responsabile dell’Ufficio Speciale per la ricostruzione dell’Aquila, Antonio Provenzano, ha dichiarato a SkyTG24 che si tratta di “percentuali ragguardevoli”. Nel centro storico sono stati emessi tutti i pareri e sono stati ricostruiti 8 palazzi su 10. Nella periferia è tutto ricostruito, mentre nelle frazioni i palazzi ricostruiti sono 7 su 10.

Nei 56 Comuni del Cratere il 50% delle case private è stato riconsegnato. I contributi sono assegnati al 64%, con la stima di 5 anni per terminare i lavori e 3 anni per completare l’erogazione dei fondi.

Ancora, nei 121 fuori Cratere il processo di ricostruzione privata è pari al 60%, con 3.334 pratiche concluse per 617 milioni di euro su 4.256 pratiche presentate per 1,1 miliardi di euro.

Si muovono invece più lentamente i lavori pubblici. Nel capoluogo il processo è al 50%; negli altri Comuni lo status è sotto la metà degli interventi previsti.

Obiettivo prevenzione

Al di là dei danni fisici a strade, case e piazze, il sisma abruzzese del 2009 ha provocato lo svuotamento di un intero territorio. Come già accaduto diverso tempo prima con il Terremoto della Valle del Belice, anche in questo caso molte persone hanno preferito spostarsi altrove. Di fatto, però, non si è trattato di un fenomeno graduale e volontario: l’abbandono è stato forzato e repentino.

La testata giornalistica InTerris attribuisce i ritardi nella ricostruzione a svariate inefficienze e alla mancanza di un disegno urbanistico adeguato e coerente. “Se i tempi della ricostruzione si protrarranno ancora a lungo si legge nell’articolo di Piero Farabollinirischiamo di avere paesi e frazioni ricostruite e ristrutturate ma completamente vuote o abitate solamente da poche famiglie”. Per l’autore i cantieri avrebbero tardato anche per via del Superbonus, che ha dirottato imprese e professionisti verso altri lavori.

Ricordiamo, però, che la ricostruzione si accompagna spesso anche a interventi di rigenerazione e riqualificazione. L’Aquila sarà Capitale italiana della Cultura per il 2026: il titolo permette alla città di rilanciare se stessa in una veste al passo con i tempi, pur mantenendo intatta la propria identità storica. Non a caso la protagonista di questo nuovo spirito è la piazza del Duomo, per cui i lavori sono iniziati nel marzo 2023.

Ricostruzione del Duomo dell'Aquila
Foto via SkyTG24

La prevenzione sismica parte da una costruzione e ricostruzione efficace. Non solo il Centro Italia, l’Abruzzo, i Campi Flegrei e la Sicilia: secondo il Cresme, circa il 44% del territorio italiano è a elevato rischio sismico. A esserne interessati sono circa 22 milioni di cittadini.

Chi conosce Tradimalt sa che siamo sempre attenti al tema della prevenzione dai terremoti, argomento che abbiamo discusso anche durante Existing Building Forum 2023, il convegno sul rischio sismico e il restauro del costruito. Proprio per questo ci auguriamo che su tutto il territorio nazionale vengano implementate le buone pratiche di costruzione e i dispositivi antisismici utili a proteggere il nostro Bel Paese.

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